Viaggio al centro della Sicilia
enologica: tasca d'Almerita e Feudo Montoni di Luigi Salvo
Andare per cantine è sempre un
gran piacere, una particolare occasione è stata data da Assovini con
i tour della stampa di Sicilia en Primeur 2010 nei quali è stato
previsto che i vari gruppi di giornalisti dormissero presso le
aziende disseminate su tutto il territorio siciliano. Io avendo
scelto insieme ad altri colleghi il tour del centro Sicilia giungo
così a Regaleali Tasca d’Almerita, azienda che
conosco bene ma che riesce sempre a trasmettere un grande fascino.
La splendida cena nella grande sala del baglio in compagnia del
Conte Lucio e di Giuseppe ed Alberto Tasca vede la presenza anche
dei produttori che ci accoglieranno nelle proprie aziende il giorno
seguente. L’indomani mattina presto
il panorama
dal baglio di Regaleali è quanto mai suggestivo, ai 400 ettari
coltivati a vigneto si alternano mandorli ed ulivi fra distese di
avena, grano e tanti alberi di eucalipto. Qui il microclima per la
coltivazione della vigna è ideale, ci troviamo fra i 400 e gli 800
metri s.l.m. le escursioni termiche tra il giorno e la notte sono
ideali. Passeggiamo per vigne, tra i filari più antichi, quelli
dell’Insolia del Nozze d’Oro, poco distanti vi sono i primi vitigni
internazionali piantati in Sicilia, lo Chardonnay ed il Cabernet
Sauvignon. Da sempre Regaleali è una fucina di innovazione, qui
rispetto al resto del
mondo agricolo
siciliano tutto è arrivato
in anticipo, la
prima mietitrebbia che il Conte Lucio ricorda di avere guidato
appena messa in attività, i primi trattori, le prime moderne teniche
di vinificazione, i primi legni di origine francese. Facciamo un
giro completo della cantina, scendiamo perfino giù nel sottosuolo
dove affinano le bottiglie dello spumante Almerita Brut metodo
classico da uve Catarratto che tra poco sarà affiancato dall’uscita
del nuovo Rosè, tutto è in un confuso ordine ed Alberto Tasca lo
sottolinea compiaciuto. Nello spiazzo antistante al Baglio
con tono familiare chiaccheriamo della storia di Regaleali, di
antiche tradizioni ed abitudini che hanno fatto la storia della
viticoltura siciliana. Di lì a poco saremo a Feudo Montoni
il regno di Fabio Sireci. Nelle terre di contrada Montoni Vecchi,
nell’agro di Cammarata, il Nero d’Avola è allevato da oltre seicento
anni. Fabio è tra le persone che nel mondo del vino stimo di più,
per la sua signorilità, la sua discrezione, per la sua capacità
di trasmettere l’amore per i suoi vini. Era il 2005 ed in una
conferenza-degustazione che feci in terra di Puglia riguardante il
Nero
d’Avola e le sue sei più belle espressioni in bottiglia, mi piacque
definire la selezione Vrucara Feudo Montoni “l’anima pura del Nero
d’Avola”. Infatti, il vigneto dal quale deriva si avvale di marze
derivanti da piantagioni di Nero D’Avola aziendali storiche, un
clone inclonato, piante selvatiche innestate con marze antiche. La
particolarità di Feudo Montoni è che attorno ad esso non c’è altra
vite per un raggio di 15 km, si è creata nel tempo ed in modo
naturale una camera sterile, il clone ha avuto la possibilità di
rimanere unico e non andare in ibridazione genetica durante
l’allegagione,
tutto il terreno seminativo che ha attorno lo ha così protetto. In
cantina le uve sono curate senza stravolgere le loro caratteristiche
primarie, ne è prova il fatto che ogni annata del Vrucara ha una sua
peculiare particolarità ma tutte hanno un unico comune denominatore
la riconoscibilità del vitigno. Al nostro arrivo Fabio ci accoglie
davanti al baglio e inizia il suo racconto dalle barbatelle che
innesta per mantenere il clone di Nero d’Avola Feudo Montoni,
incuriosendo in modo particolare i colleghi
stranieri,
racconta con grande passione delle sue vigne, dei colori e delle
bellezze del suo territorio. Entriamo in cantina, ci porta nella
zona vinificazione per vedere il luogo dove nascono i suoi vini, il
Catarratto, il Grillo oltre al Nero d’Avola e nella zona dei
legni dove trovano posto le barriques ed i tonneaux per
l’affinamento del vino. All’interno della sua casa Fabio parla di
Giacomo Tachis, ci mostra con orgoglio una lettera incorniciata che
tiene alla parete nella quale il grande enologo elogia il suo Nero
d’Avola definendolo unico
per eleganza e finezza, lettera
che gli diede una grande spinta nel proseguire il suo impegno nel
segno della qualità. Prima di salutarlo testiamo tutti i suoi vini,
dalla forte personalità del Catarratto, alla piacevolezza del
Grillo, dalla schietta espressione del Nero d’Avola alla ben
conosciuta marcata veridicità della selezione Vrucara, simbolo
dell’azienda. Tasca d’Almerita e Feudo Montoni due gran belle realtà
vinicole siciliane, le accomuna un territorio unico e la produzione
di vini unici e particolari, che è un gran piacere, per chi scrive
di vino, comunicare.
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Luigi Salvo
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