LA VITE
di Luigi Salvo

La vite ha origini lontane, e da circa duemila anni da essa si produce il vino, le specie esistenti sono molteplici, certamente la più rilevante è la vitis vinifera alla quale fanno capo tutte le tipologie da frutto. Coltivata senza grossi problemi fino alla fine del 1700, quando dall'America arrivarono parassiti che portarono quasi all'estinzione la vite europea. La fillossera, in primo luogo, la quale attacca le radici della pianta, il problema fu risolto con l'impiego dell'apparato radicale americano che n'è risulta del tutto immune. Oggi le barbatelle europee hanno tutte il basale portante le radici di tipo americano, la parte fruttifera è invece europea e viene integrata per mezzo di un innesto, raro esempio di vite tutta europea è il Carignano del Sulcis. Le piantine barbatelle messe a dimora, cominciano a produrre intorno al 3° anno di età, dal 4° al 5° anno avranno una produttività crescente, dal 20° al 25° anno una produttività pressoché costante, dal 30° anno in poi la vite entra nella fase di vecchia, con una netta riduzione della produzione.

La peronospora e l'oidio attaccano invece le foglie ed i grappoli, oggi ancora si combattono questi parassiti con sostanze naturali diluite in acqua, a base di rame per la peronospora e zolfo per l'oidio, oltre che con trattamenti a base di composti chimici, questi tipi di trattamenti, oggi sono decisamente meno invasivi che in passato, ma egualmente efficaci. La moderna agricoltura oggi utilizza una concimazione che prevede l'apporto di tre macroelementi che caratterizzano lo sviluppo della vite, la formazione e la maturazione del grappolo. Il primo dei tre elementi è l'Azoto, il quale viene somministrato attraverso l'utilizzo di Solfato ammonico con titolo del 20% in azoto, il secondo elemento importante è il Fosforo somministrato attraverso l'utilizzo di Perfosfato triplo con titolo del 46%, ed il terzo e il potassio, somministrato in quantità pari a 130 unità di Potassio, le quali si trovano in 2,6 quintali di Solfato potassico.

Durante il riposo vegetativo si procede alla potatura della vite, la potatura varia a seconda del tipo di produzione che si vuole ottenere, in termini di quantità e qualità, e a seconda del tipo di terreno. I sistemi di potatura sono numerosi, essi consistono nell'eliminare i tralci che hanno già dato il frutto, il sistema di misurazione si basa sulla quantità di germogli presenti e il taglio viene effettuato con forbici a lama ricurva, così da riuscire a potare anche rami di grosse dimensioni. La lunghezza del tralcio è di notevole importanza, esso si pota più o meno corto secondo la quantità di uva che si vuole produrre; più gemme avrà il tralcio più uva produrrà la vite e minore sarà la qualità. Nel periodo estivo si esegue una potatura verde, atta a arieggiare e soleggiare i tralci d'uva con conseguente miglioramento del grado zuccherino e per mantenere la produzione nei livelli che si è prefissati..

La vite ricomincia a vegetare in primavera ed in seguito ci sarà la fioritura a cui segue nel periodo di Giugno l'allegagione ossia la formazione di piccoli grappoli, l'accrescimento degli acini, e ad Agosto la fase dell'invaiatura, durante la quale gli acini cambiano colore da verde a giallo o rosso, segue la maturazione degli acini i quali crescono per deposito degli zuccheri e di altri composti quali polifenoli, elementi minerali ed aminoacidi, ed accumulo di acqua.
La magia della coltivazione della vite fa sì che lo stesso clone di vitigno allevato in diverse zone del mondo dia risultati molto diversi nel vino in bottiglia.
Oggi l'Italia è il primo paese vitivinicolo del mondo e l'Europa detiene il 75% della produzione mondiale

Luigi Salvo